La gente che non ha una vita sua
– la vita difficile dell’Essere, dico,
non quella semplice del fare –
vive affacciata a guardare la vita degli altri.
Pure se è piena di sfighe
loro la guardano!
Perché lei è lì, sfacciata, si muove!
Respira
ed è se stessa.
I suoi accidenti, le mille avventure impreviste
non toccano l’Essere,
ma il semplice fare.
E la guardano male:
ogni cosa è migliore del nulla!
Il fatto li intriga.
E t’invidiano pure la sfiga.