Siediti ancora una volta ad ascoltarmi.
Da oggi avrai altri compiti, che non saranno più i miei.
Ma… vorrei consegnarti gli ultimi:
Sii sereno, qualunque strada prenderai domani.
Pensa al tuo passato scolastico con affetto e tenerezza.
Dimentica se ti sono stati fatti dei torti, errare humanum.
Porta segretamente la fierezza del tuo percorso.
Se sarai un capo, fatti piccolo, dài sempre voce a chi non ne ha.
Se sarai piccolo, mantieni intatti i grandi spazi del tuo spirito, perché nessuno è il lavoro che fa.
Ovunque ti porti la strada, ricordati che non sarai mai le scarpe che avrai ai piedi.
Sappi il rispetto che devi all’età, o ai ruoli, ma non dimenticare mai quello verso te stesso.
Ricorda che la lingua che ti ho insegnato ti consentirà di esprimere anche il dissenso, nel modo corretto, nei luoghi e nei modi opportuni.
Non circondarti di servi sciocchi: un oppositore leale saprà renderti una persona migliore, invece i servi sciocchi ti confermeranno in ogni errore.
Tieniti lontano dalle persone negative: e se te le troverai a fianco, obtorto collo, prenditi ogni giorno il tempo e lo spazio necessari a non farti contaminare.
Porta con te il Sorriso e l’Allegria, segni intoccabili di Cultura.
Conserva in te quel pacchetto che ti ho consegnato attraverso ogni storia e ogni poesia.
Crea intorno a te una porzione di mondo in equilibrio, e mantienila con cura, tutti i giorni.
E ora… guardami con la pietas che ti ho insegnato: quando ho sbagliato, quando ero stanca, quando mi portavo in classe le preoccupazioni che avrei dovuto lasciare fuori dalla porta, quando non ho rispettato i tuoi tempi, quando ho avuto aspettative esagerate su di te, sappi che mai ci fu l’intenzione di nuocere: primum non nocere.
Ultimo, e non ultimo: dimenticami!
Non sono importanti gli insegnanti.
Sono importanti le storie che ti hanno raccontato.
E sono in te.
Con amore – prof