IL BISOGNO DI RICORDARE, IL BISOGNO DI DIMENTICARE

Questo scritto è stato pubblicato su L’Aquilablog il 7 aprile 2013

Tra questi due bisogni viviamo lacerati e spaccati, all’Aquila. Si sta sotto il giogo di questi due padroni che si odiano e baruffano.

Il primo, il bisogno di ricordare, ti sveglia al mattino quando sei fragile, caldo di sonno. Come un martello picchia e ti dice “IO ESISTO, RICORDAMI! NON LASCIARMI MORIRE DUE VOLTE”. Ha il volto di chi non c’è più. E dei muri dei vicoli antichi, dei selciati per giocare a campana, delle strade percorse per mano quando eri creatura.

L’altro, il bisogno di dimenticare, ti assale quando ti lavi la faccia e la sollevi allo specchio. L’acqua fredda ti grida: “DIMENTICA! VAI AVANTI O PERDI ANCHE IL POCO CHE RESTA”. Ha il volto dei ragazzi, dei giovani, delle case nuove, ha la voglia di ridere, ha l’odore dei mandorli, e i sogni di un nuovo palazzo. Odora di tintura fresca, e ha un balcone colmo di gerani che ti chiama e vuol vederti affacciato.

Scarti. E inizi la giornata chiudendo i due bisogni tiranni, ricordare e dimenticare, in un angolo della testa in cui li lasci a litigare. Lavori mangi fai la spesa ami sorridi cucini dormi perfino, con il rumore di quei due che baruffano, perennemente in lite. Uno si affaccia e ti racconta dell’Aquila bella té, poi l’altro ha il sopravvento e dice: “Vai avanti”.

Così viviamo all’Aquila, dopo quattro anni.
Dobbiamo imparare, ancora, forse è presto per dire che

“… se resto, c’è un andare nel mio restare,
se vado, c’è un restare nel mio andare”…

Gibran qui parla della casa che ti tiene legato, e della strada che ti slega.
Regalavo questa poesia ai miei studenti prima dell’esame di maturità, come viatico.

“Restare e  andarsene – spiegavo – sono la stessa cosa. Perché da lontano senti la parte di te che è rimasta, da vicino ascolti quella lontana che ti chiama”. Spiegavo questo, prima della maturità.
Non siamo maturi, noi, ancora, per capire queste scarne parole. E’ presto, ancora: aspettiamo, impariamo, lavoriamo, ricostruiamo noi stessi, prima ancora delle case e delle strade.

Prima o poi ricordare non sarà più un dolore, e dimenticare non sarà più una fuga.

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Bee Gees – Don’t Forget To Remember Me