Bianca come la neve
e rossa come il fuoco.
Lei era
una cosa senza posto
e senza luogo.
Era bugia ed era cosa vera,
aveva senza avere
– diceva di morire e lì viveva.
Era giglio, ed era rosa rossa.
Zucchero filato
e fragola di fossa.
Rubino sul diamante
sangue in latte denso
e fiamma
in tabernacolo d’incenso.
Un tempio chiuso ai ladri
ma porta spalancata
a chi cercava un senso.
Lei era l’alba bianca
che guardi da lontano,
fuoco del vespro
che tocchi con la mano.
E giglio bianco latte
rosso come fuoco greve.
E’ mio
il suo sangue
sparso sulla neve.