Lo so come ti senti:
felice di lasciare la capanna,
dire dopo quattr’anni “casa mia”,
e poi guardarti intorno
padrona finalmente
che per noi donne è come dire
“torno di nuovo a vigilare tutto”.
Eppure so quello che senti, amica,
lasciando noi compagni di prigione,
e so che proverai
quando dal letto tuo ci penserai,
coi nostri stracci ammucchiati sul balcone.
Vorresti portarci tutti via
lo so, Annalucia,
ma questo non è il nostro momento,
è il tuo, e non sentirti in colpa.
Per noi quel giorno, sai, è così lontano
che lo vivremo come la tua gatta:
spauriti
accucciati in un angolo del letto
senza mangiare e bere
prima di capire di nuovo dove stiamo.
Prima di poter dire ancora “io”.
La Splendida Gatta di Annalucia
Amelie – Soir De Fete