LA LINGUA

A volte sogno un modo parallelo,
altro da questo.
Dove si possa stare, vivere e parlare
attraverso piccole
comunicazioni di servizio.

“Arrivo”
“Dammi una mano”
“Ci sono”
“Poi ti chiamo”
“A dopo”
“Sono emozionato”.

Messaggi corti, detti in un sol fiato
e lenti,
senza fraintendimenti.
Come gli avvisi ai naviganti.

“Mari: mossi”
“Tenersi alla banchina”
“Sporadiche precipitazioni emozionali”
“Libeccio: un poco di tepore.

Telegrafie essenziali,
dispacci minimi, disarticolati
brevi segni, linee, punti,
piccioni col biglietto attaccato alla zampetta,
segnali di fumo solo per dire “vieni”
oppure “aspetta”.

Niente parole, sproloqui, dentro a questo sogno
niente cappotti impastoiati di saliva
sul perché, sul come, dove e quando.
La lingua servirebbe a mala pena
per ingollare bolo
o modulare un canto.

“Ti voglio bene”
“Ti detesto”
“Ho pazienza”
“Posso stare senza”.

Leggeresti il bollettino e poi di conseguenza
ti vestiresti coi vestiti giusti
senza sentirti inadeguato,
senza sentire alcuna deficienza.

Sogno che non si debba
fare gli aruspici e l’epatoscopia
a interpretare quel che passa per le teste.
Sogno che tutto sia

semplice

pulito, nella bocca come dentro al cuore
e nel cervello.
Sogno che tutti possano essere contenti
di pochi segni piccoli, evidenti.

“Sì”
“No”
“Dopo”
“Ora”
“Voglio stare sola”
“Ne voglio ancora”
“Questo va bene”
“Questo non mi piace”
“Vorrei che fossi qui”
“Lasciami in pace”.

Niente dietrologie né manipolazioni
a trasformare vita in tempo perso.
Niente clausole occulte né pacchetti,
niente paletti,
che tanto prima o poi, lo sai
dove te li ritrovi ben piantati.

E noi che stiamo all’ultimo gradino
siamo però capaci
di dire pane al pane e vino al vino
senza segnali semaforici e codifiche.
Senza nessun casino.

“Ho fame”
“Ho sete”
“Voglio”
“Non voglio”
“Aiutami”
“Lasciami annottare”

E’ troppo elementare?

Eh no.
E’ roba da esseri evoluti, eroi che sanno
definire cosa sono le emozioni,
i bisogni mal interpretati.

Eroi che sanno e sentono,
che vogliono salvare ed essere salvati
da questo tempo imbambolato e fiero
d’esser sempre una stagione avanti.

Salvàti,
da questo assurdo modo di campare
dove si parla parla.

E non si dice l’essenziale.

 

telegramma


Dire Straits – Telegraph Road [COMPLETE STUDIO VERSION]

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