Io nel Duemilanove
vivevo, ma non mi ricordo dove.
Mi sentivo come un’auto incidentata,
come un cane abbandonato in autostrada.
Eppure c’era chi, tranquillo e per benino
riusciva a concepire di stamparsi il cedolino!
E’ il cedolino che rende manifesto
chi dopo quell’evento non s’è perso!
E’ il cedolino che distingue in bianco e nero
il terremotato per dire, dal terremotato vero!
Vattelappesca mo’ a ricostruire
dov’ero e che facevo a quel momento:
la testa gira a vuoto e io non me la sento.
Pare ci sia una proroga dei termini
e chi ci aiuterà a ripescare i numeri.
Magari qualcuno avrà capito
che il terremoto,
per tanti di noi,
eh…
no, non è finito…