LE TRE ETA’

Questa “prosetta dal sottosuolo” è stata ideata per “Gruppami”, un gruppo di donne messo insieme da Maria Luigia Molla, poi l’ho divulgata tra le mie amiche, così per ridere.  Poi Stefania mi ha scritto che ha “spopolato in ogni dove”, ed ha aggiunto: “Noi ragazze degli anni ’60 ci siamo perse le lotte femministe, ma possiamo ancora dare un contributo al defunto movimento, il più bello degli ultimi 50 anni”. Beh, a quel punto, mi sono detta vai, condividilo con tutti, il tuo contributo. Viva noi. E viva le nostre innumerevoli età, ostentate con orgoglio, alla faccia di chi ce ne attribuisce solo tre. Quasi tutte le mie amiche lo hanno già letto, ma voglio lasciarlo qui, a disposizione, perché non dimentichino il sorriso.
Lo dedico a Stefania Carusi, la mia amica di sempre. .. E ai nostri ventagli. 🙂

LE TRE ETA’

Fino  a poco tempo fa i ragazzi di colore che stanno fuori ai supermercati mi salutavano tutti dicendo: “CIAO BÉLA!!!”. Non capisco come mai adesso non mostrano più lo stesso entusiasmo. E mi salutano così: “CIAO MAMA”. Umpf…. Neanche i ragazzi di colore fuori dai supermercati sono più quelli di una volta.

E le mamme con il passeggino? Adesso sono tutte giovanissime! Non capisco, si è abbassata l’età dell’orologio biologico? O forse… sono io che ho occhi diversi? Che mi sta succedendo?

Massì dai. Inutile nascondersi. Sono io. Sono io, io che sto vivendo l’atroce periodo femminile definibile come “LA SUDATA”.

Sì, è così, mie giovani amiche: le età della donna sono quattro, e nella terza c’è tanta confusione, non capisci più dove devi collocarti, se tra i giovani o tra i vecchi…. E soprattutto si suda… sudi come una fetta di asiago. Ve lo dico perché, accidenti, a me nessuno lo aveva mai detto chiaramente: è una cosa su cui pure tra donne vige il massimo riserbo. Ebbene sì, le donne negano! “Chi? Io? Io sto benissimo!” Quando non dicono addirittura “Io il problema non ce l’ho ancora!” con annesso sorrisetto maligno e occhio trucido alla “tu sei vecchia e io ancora no”.

Già. Il “problema”: e il problema è LA SUDATA.

E allora basta amiche mie, parliamone una buona volta! venite, sedetevi qui vicino, e diciamocelo: è una seccatura concludere l’età verde? via, sì, lo posso capire, ma diamine, perché rinnegare l’età nuova, che aspetta di essere vissuta? E poi…  dov’è la solidarietà femminile? Ormai se ne parla pure in pubblicità: dopo la crema contro le emorroidi c’è sempre quella contro le vampate di calore. Ma com’è che io invece non me ne ero mai accorta prima d’ora?

Sì certo, ricordo di aver visto parenti e colleghe grondanti, che si sventolavano. Ne ricordo una in particolare che… accidenti se grondava, si sventolava con ‘sto ventaglio che sembrava una damina del Settecento… E io (sempre stata freddolosa) la invidiavo da morire… sì! che invidia una donna che sente sempre caldo, che non ha i piedi gelati le mani gelate il naso gelato! Una donna che quando allunga i piedi nel letto non lo fa in cerca di qualcosa che disgeli i suoi due cubetti di ghiaccio, ma anzi fa avanzare due bei tizzoni ardenti! Che invidia, una donna che sente caldo! Vai a sapere che i tropici arrivano per tutte, prima o poi.

Si suda, sì.

Si suda all’improvviso. Prima senti un grande vuoto…… un attimo di assenza di fiato… suspance… E poi eccola: un’ondata ALLUCINANTE su su dall’osso sacro, un fuoco sulla schiena, un fuoco che sale sale sale… e tu dici ecco … anche qui accade come a Canneto di Caronia, la mia schiena prende fuoco! Aiutatemi! sono fenomeno paranormale!

E dopo un attimo ti sciogli in rivoli di acqua che ti sgorga dai pori. Non sai che fare, in quel momento. E’ il panico. Sai solo che vorresti fare come il mago Silvan: sim-sala-bim… E sparire, ovunque tu ti trovi.

Ho trascorso questi ultimi mesi a cercare di capire come gestire la cosa. I primi tempi, ovunque io mi trovassi, a lavoro, in un centro commerciale, alle poste, in banca…. cercavo un nascondiglio. Chessò, il bagno, un corridoio isolato, un balcone. Lo sgabuzzino delle scope. Ma l’ansia di cercare la location segreta mi faceva sudare ancora di più. Senza contare l’imbarazzo di uscire dallo sgabuzzino sconvolta e sudata, che pareva chissà che avessi fatto, là dentro …

All’inizio ho sperimentare alcune tecniche, tipo training puerperale: fù fù fù fù, piccoli respiri di rilassamento, corti, con gli occhi chiusi. Ma niente. Il fuoco divampava e i fù-fù-fù facevano da mantice.

Allora ho fatto yoga. Per un po’. Poi ho smesso. Accadde il giorno in cui, tenendo la posizione dell’albero, al sesto minuto di immobilità, nel silenzio tombale si sentì il “plic plic plic” del mio sudore che colava a piombo sul tappetino emettendo un rumore di inizio pioggia tropicale. Che in effetti con la posizione dell’albero ci stava tutto. Vergognandomi come un cane provai, con la punta del piede, a pulire il tappetino dalle gocce, ma persi la posizione. E pure lo yoga.

E’ che la mia generazione se l’è vissute sempre in segreto, le cose di donna. Ma ora siamo emancipate, la nuova società supertecnologica… I MILLENNIANS ci vogliono  pimpanti e attive e al lavoro fino a settant’anni! Accidenti …

Coraggio, proviamo a guardare i lati positivi!

Certo, se la natura fosse equa, dovremmo sudare solo una volta al mese, perché l’abitudine vuole che si soffra solo una volta al mese: e invece no, si suda SEMPRE. Specie mentre dormi. Appena ti appisoli toc toc toc, lei arriva e ti sveglia. Sei al lavoro, o in riunione, o discuti di cose serie con qualcuno,  toc toc toc, lei arriva, è lì, e ti ricorda che devi abbassare i fari. Se ti agiti, ti parte la sudata. Grondi, poi devi coprirti perché il sudore ti si gela addosso. E dici “Caspita, ma questo è l’inferno! Caldo e freddo, fuoco e stridore di denti! che ho fatto di così terribile?”.

Sei distrutta, sfinita, scarmigliata, ammutolita da tanta inspiegabile violenza perpetrata sul tuo corpo, e inizi a sentirti sempre di più un cesso che cammina. Eppure non sei da buttar via! Perché con questa ciccetta da cucinate galattiche familiari le rughe si sono distese, non hai più la faccia da prugna secca di quando eri più giovane: e soprattutto non ti senti più in obbligo e in dovere di piacere alle persone, perciò sei bella, in pace. Non devi più dimostrare niente, la fatica della vita è stata fatta. E hai tempo. HAI TEMPO. Dici: “Eccomi, io sono questa, e non ho paura”.

E allora nel mezzo della sudata, tu (scapigliata, devastata, sfinita, disidratata, esausta) capisci il sottile e perfido disegno della natura: lei TI STA DOMANDO. Sì, ti sta pacificando con la tua vita! E allora molli i freni, e ti lasci pervadere inerme dal fuoco e dal sudore. E allora fuoco e sudore smetteranno di farti del male. E gronderai, fregandotene, finalmente! Gronderai, perché la natura vuole fare le sue ciliegie. Come quando ti fece sangue, come quando ti fece latte. E te li porterai dentro, quel sangue e quel latte, in ogni goccia del tuo sudore.

Una donna non si arrende, non smette mai di lottare. Cambia solo strategia. Troverai dentro di te gli strumenti che ti faranno esplodere di una vita nuova e bella.

Se Klimt fosse stato una donna, avrebbe dipinto la sua “Terza età” a testa alta. E col sorriso fiero. E bianca. E bella cicciota. E con le labbra schiuse. Invece, l’immaginario maschile (utilitarista) ruota intorno al rimpianto dell’abbandono della fertilità. Ma per una Donna non è così. Una Donna, esiste anche nell’oltre della pelle liscia.

E allora, amiche mie, freghiamocene alla grande, e godiamoci la nostra bella età, grate di esserci arrivate!

Che poi – vuoi mettere? – puoi andare al mare. E farti il bagno quando e quanto ti pare.

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