ELOGIO DELLA PRUDENZA

Scritto di getto, dopo la lunga serie di guai capitati a giovani massacrati da attentati, presi ostaggi in paesi stranieri eccetera.

Scritto di getto, dopo la lunga serie di guai capitati a giovani massacrati da attentati, presi ostaggi in paesi stranieri eccetera.

Ragazzi, quando morite vi servono di tutto punto.
La gente che la domenica viene a mettervi
un mazzo di fiori sulla pancia e tutte quelle cretinate.
Chi li vuole i fiori, se sei morto?
Nessuno.

Vi dicono di non avere paura, di continuare la vostra vita girando, volando, viaggiando, cercando cose, visitando paesi da turisti, da volontari, da studenti casinisti, come se nulla fosse. Vi dicono di non farvi intimorire, di non cedere il passo alla violenza, di non darla vinta al terrore, di non far vincere l’uomo mascherato. Vi invitano a un Call of Duty dove il protagonista siete voi.

Ma ci sono tempi di pace, in cui si può fare dire baciare, e tempi di guerra, in cui bisogna ritirarsi alla prudenza. Non al sospetto, non all’isolamento, ma alla prudenza sì. Fare finta che nulla sia, non elimina il fatto che ci sia.

Perciò io vi invito ad essere prudenti. Ché porgere il fianco, è come stare al gioco. Mi giro di spalle, qualcuno mi allunga uno schiaffo e io devo indovinare chi è stato. Il gioco più vecchio del mondo. Ma questo non è un gioco: è la vita. Una, e sola.

Dove ci porta in questo momento tutto questo viaggiare correre guardare infilarci sventolare bandiere alimentare la macchina vorticosa dello spostamento ostinato in zone dove dovremo venire a ripigliarvi per la collottola (pagando profumatamente) dove vi porta questo stare dentro una lavatrice sapendo che non è il momento questo di mettere il programma dei colorati?

Eddai….

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