DIALOGO PERFETTO

Ti vengo a trovare ogni giorno,
ed è un grande conforto.

E’ tanto quello che prendo,
poco quello che porto.

Me stessa, ti porto, me stessa
lagnosa, un po’ triste, perplessa.

Mi siedo, ti parlo, sorrido.
Ma tu non mi senti,
nemmeno se grido.

Alzheimer, negli ultimi inverni
ti fa disponibile a giorni alterni.
E son pochi i tuoi gesti materni.

Eppure mi basti.
Mi siedo, ti guardo, ti parlo.

Assumo espressioni felici,
parlando spalanco ogni tanto
dei grandi sorrisi…

E intanto ti sgrano un rosario di lagne,
mi sfogo, mi svuoto
di tutte le mille magagne
che affliggono questi miei giorni.

E tu non ritorni.

“Oh mà, mi so’ proprio stancata,
qui va tutto storto, non ce la faccio!”

Intanto camuffo ridendo,
e accarezzo il tuo braccio.

Non ascolti, mi guardi, capisci
soltanto che io ti sorrido,
e allora felice annuisci.

“Oh mà, se sapessi che lotta
ogni giorno a star dietro alle carte
alle case, alla roba che è rotta!”

Sorrido, sorridi.
E’ bello che io posso dire
e tu non capisci.

Un giorno,
convinta che non ti raggiungo,
sorrido alla grande e ti dico:
“Oh mà, mo’ basta, so’ cotta,
mi arrendo. Tiro le cuoia!”

Ma tu invece c’eri,
in quel raro momento.

E senza scomporti per niente,
dal lucido rintronamento,
fai cenno ch’io porga l’orecchio,
t’accosti e bisbigli così:

“Ascoltami bene, Luì,

chi te lo fa fa’,
a morì?”

scarpe rosse

Shoot the moon – Nora Jones

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