“CRONACHE ROMANE”

Il corteo è riuscito, L’Aquila ha sfilato, l’Italia pure. A chi ha lottato per l’organizzazione e la buona riuscita del corteo va il legittimo e sacrosanto orgoglio di aver tirato su una macchina colossale. Ed è comprensibile che quest’orgoglio oggi indaghi su chi c’era e chi non c’era.

Ma davvero dobbiamo credere che chi non c’era sia andato “al mare”? Davvero dobbiamo leggere la scelta degli assenti (non dichiarata) come scelta politica? O non staremo regalando a questo fatto, anche solo parlandone, più peso politico di quanto in realtà non ne abbia? Forse non dovremmo attribuire agli assenti una scelta politica: li abbiamo forse visti sfilare da qualche altra parte, o contestare il corteo? La loro presenza “in corpore vili” avrebbe cambiato l’esito di un fatto politico che comunque ha avuto la sua indubbia riuscita? Siamo sicuri che il nostro esserci non sia stato una forma di delega da parte di tutte le persone che non hanno la cultura della partecipazione? Compatirle non serve, prendiamocele invece!

Al corteo c’era chi aveva la forza per esserci. C’era chi aveva gli strumenti culturali. C’era chi ha trovato la forza per rialzarsi e lo ha fatto anche a nome di chi non ce l’ha fatta. C’era chi ha avuto la forza di uscire, chi poteva bagnarsi di pioggia, chi poteva camminare a lungo, chi poteva stare in mezzo alla folla, chi poteva saltare il pranzo, e lo ha fatto per tutti. C’era chi ama vivere il terremoto ogni giorno, perché è un modo per superare la paura, e i modi per superare la paura non sono tutti uguali. C’era chi ha avuto il PRIVILEGIO di esserci. Perché essere nei cortei è un privilegio, partecipare alla democrazia è un privilegio. La coscienza è un privilegio, farsi carico di chi è debole è un privilegio, proteggere chi ha perso tutto è un privilegio. Un privilegio trasversale a tutte le culture politiche e a tutte le ideologie che si sono tradotte in progresso della società civile. Alle carriole va il merito indiscutibile di aver acceso il motore, basta polemiche, la grande macchina della folla è partita. Ora aspettiamo vigili la risposta delle istituzioni. Non restiamo legati alle firme, non lasciamoci abbattere da chi dice “tanto…” solo perché non ce la fa. Andiamo oltre, sogniamo. “Ognuno cresce solo se sognato”, la città va sognata da chi ha la forza di farlo. Il corteo ha parlato a nome di tutti quelli che riescono a guardare lontano, al bene comune, oltre il proprio particulare. E’ anche per questi che c’era chi c’era. A pensare COSA SARÀ, anche per loro.

__________________________________________________