A me piacciono, gli scarafaggi.
Vanno nei posti più nascosti
nei posti
più bui
come gli esploratori.
Come Kafka.
Ma voi non siete
scarafaggi.
Siete piccole api operose.
Non mi siete mai piaciuti, guarda un po’.
Non ho mai capito
che c’avevate tanto da ride’.
Con quelle belle facce pulite
e i capelli a scodella
avete infiltrato la leggerezza
laddove non si doveva,
e aperto il varco
all’ eccoci qua.
Oh, Signor Blues
fai uscire il sole,
o mi toccherà mettermi a pensare!
Guarda Signor Blues,
il manovratore sta per tirare il freno!
Guarda, Signor Blues,
c’è proprio un sacco da ridere,
e un sacco da piangere
qui
sopra a questo treno.
Qui finisce
la mia ricostruzione,
e vi saluto amici
addio!
Ho venduto la mia macchina
che mi fu casa per un paio d’anni
e vi saluto amici
addio!
Mercedes Benz,
la macchina dei sogni
si porta le mie scarpe:
io non ho bisogni.
Viaggio nuda quello che mi resta.
Con gli occhi chiusi,
un’armonica
e il blues dentro la testa.
Ti dicono, i poeti,
che le notti passano
o le faranno passare.
Che passerà
il tempo
senza farti del male.
E invece non passano,
le notti,
a cantare bell’amore.
De Gregori – Bellamore
La misura dell’amore
altri l’abbia
da regali
comprati per comprarti.
O da inutili promesse
spergiure
prima ancora che nate.
O da parole, leggi e regole
che stanno
per avere le eccezioni.
La misura dell’amore
– di qualsiasi amore –
io ce l’ho
dal muto, attonito rispetto
che s’ha
dei miei silenzi.
Cui t’avvicini
partecipe e presente
in attesa
che torni
la parola.
Un tempo
Signora Perfezione
guardava in controluce,
se c’era ancora polvere sui mobili.
Stirava con l’appretto
perfino le mutande.
A piombo
dovevano essere le tende.
Prima che tu chiedessi,
indovinava.
E quando quelle tende
e le mutande e quegli strofinacci
furono sparpagliati al vento,
non ricordò più niente
Signora Perfezione,
neppure come si chiamava.
Provò
a guardare in controluce.
Un’ombra
con la mano alzata
gettò i dadi a terra.
Lei li raccolse,
e con le dita toccò
tutte le facce.
Fu perfezione
lasciarsi correre e morire,
spezzata la bacchetta,
così
stupendamente
imperfetta.
E sempre rifarei la stessa strada.
Il coraggio è quando
scegli il vicolo cieco
per annusare fiori
mai veduti.
Viri
perché devi virare.
E sai che troverai un muro
– il prezzo da pagare
del futuro.
Che non sia questo
la fede,
chi lo sa.
Ebbrezza
che vince ogni pelosa
e falsa sicurezza.
B.B. King – “Lucille” (cover. Perché non si trova più).
A volte
esserci nel modo migliore
è essere altrove.
Perché la vita pesa,
pesano anni
di fatica
e di sudore.
Per ogni volta
che ho potuto farcela
pensando che il mio tempo
era domani,
grazie
e mille volte grazie.
Inutili, i ladri.
Goffi buffoni col piede di porco.
Aprire casseforti
per quello che c’è dentro
– documenti preziosi
corpi morti
cadaveri nascosti
e scheletri
e gioielli che mai videro
la luce –
è la grande emozione
di trovare
la combinazione…
Dice: “Rinunci a Satana?”.
Dici: “Rinuncio”.
…
Eh, ma, amico…
Bisogna vedere
che cosa
è
Satana…
Di poche cose
può dirsi sempre.
Di poche cose
può dirsi mai.
Del mare, del vento,
di quello che passa.
Di noi che restiamo
sempre in disparte.
E sempre e per sempre
ci ritroveremo.
Dalla stessa parte.
Hai una dignità
quando ti svegli al mattino.
Fai piccole cose
e hai rughe
che parlano anni
di battaglie, ombre, fantasmi
e pozzi bui
per aspettare
rannicchiato.
Hai una dignità
nelle dita che bruciano il tempo,
nel passo,
nel gesto,
nel muovere di mani, di piedi
composti,
danzanti,
che io vedo
senza poter vedere.
Silenziosi
i tumulti
trovano strade diverse
dai normali.
E questo
è
la tua
bellezza.
Shawn Phillips – “Burning Fingers”
E se non torno.
Se non ce la faccio.
Chissà se tornerò
dentro la bella
casa vecchia nuova.
Chissà come potrò rifarlo mio,
il rifugio nuovo vecchio sposo.
Ma sempre miei
questi occhi
verranno ad innaffiare
le dolci piante sul balcone
dove ho vissuto
senza più persone.
Le beva il ragno amico
che non potrò portare
dentro quel mondo antico.
Imparai qui
a lasciare aperto solo a chi
vuole venirci accettando i cambi di stagione
e che ci siano tutte le mie voci
le mie persone.
Quando la chiave gira nella toppa
e la porta si apre,
placo il brivido noto
di trovarmi di botto
in mezzo ad una strada.
Lo riconosco rifugio
protetto
e libero dal male.
Si spalanca,
pieno di magie,
il posto più bello del mondo.
Al pari delle cose
sorprendenti
– il mare ed i talenti,
gli animali,
la natura ed i miracoli –
non mio.
E mai a nessuno chiuso.
E in comodato d’uso…
Delta Blues Ari Frello Sweet home Chicago
Silenzio
e luce fioca
e nessuno.
Solo,
alle fermate,
operai.
E professoresse.
Mute
– una volta tanto –
sulle carrette del mare.
Mmmmmmhhhhh…
Bo Carter – My Pencil Won’t Write No More
Su una strada polverosa
pendenza novanta
nella canicola estiva
coi vestiti sudati
a un orario improbabile
in un paesaggio lunare
piombati giù da pianeti diversi
uno in salita,
uno in discesa
non è un caso
se il caso
ti fa fare una retromarcia
di cinquanta metri forse cento.
Solo per dirsi
grazie
ci sono
ti sento
sei qui dentro.
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