LA TONNELLATA

Una tonnellata di stracci
costumi di carnevale
pinocchi
auto nuove col freno a mano tirato
giocatori di poker
collezionisti di giocattoli
narcisisti affogati
feticisti in cerca di scarpe
cacciatori di stabilità

una tonnellata di melassa appiccicosa
roba usata
roba nuova
scatole piene ma chiuse
scatole aperte ma vuote,
una tonnellata

una tonnellata di cliché
di replicanti
di recite
di attori in cerca di spettatori
di spettatori in cerca di attori
di battute a memoria.

Una tonnellata di libri di storia
guardati da lontano
fino al tocco di mano
di una
sola
pagina bianca.

Venere_degli_stracci_Pistoletto

Slow Blues of Magic Slim Arkan Mix

IDEALI

Ah, gli ideali!…

Quand’ero ragazzina
ognuna aveva il suo supereroe:
Batman, Superman, Diabolik
Corto Maltese, l’Uomo Ragno, Dylan Dog
Tex, Flash, Gig Robot d’Acciaio…

Mmmhhh… Che guaio.

Io andavo matta veramente
per un cowboy particolare, sorprendente.
Taciturno, solitario, serio in viso,
più era serio e più mi provocava il riso.

Sopra una strada del deserto
solitaria e sgombra,
lui solo
sfidava alla pistola la sua piccola ombra.

 

LuckyLuke 

 




Blues Brothers – Rawhide 

 

 

IL BALCONE

Ho fatto tanto per averne uno.

S’affaccia sopra al mondo
e mi lascia respirare.

Beh, sì, mi piace…

Eppure da quando ce l’ho
non trovo pace.

Tira una bufera dietro l’altra,
ora si rompe una cosa,
e ora un’altra.

Non m’era bastata, la lezione
sull’essenziale,
il di più,

e l’illusione.

 


balcone
 

THE JAM – In The City (1977 UK T.O.T.P. TV Appearance)

 

LA GONNA A FIORI

Io non conosco bene
il muro dove nacqui.
Non so se aveva un numero,
la casa.

E chiede amabilmente scusa
il piede ospite,
quando tocca la terra timido.

Ma nell’odore delle fresie allegre
chiude matura
questa vita zingara.

Godo il senile aroma dell’elleboro,
godo la muta assenza
di pensieri inutili.

Tardi ho vestito
– felici d’una gonna a fiori –
tutti i miei pensieri.

E di quei fiori pure ho rivestito
i muri senza numeri
dove per qualche tempo ho riposato.

Ed al fruscìo di quella gonna a fiori
poggia il mio piede ospite
gioioso e delicato
ai piedi dell’albero,
sul prato.

gonna_fiorimadonna_degli_zingari


Uriah Heep – The Magicians Birthday

LA COPERTA

Ho sempre una coperta
ai piedi del mio letto.

E quando all’alba il freddo
bagna d’albero in albero le foglie,
la cerco con le mani,
ad occhi chiusi.

Vorrei tirarla su,
la tiro, ma lei pesa…
perché lì dentro ci sei tu,
incartocciato come una sorpresa.

All’ora fredda lasci il tuo divano
e vieni ai piedi miei,
pian piano.

Sorrido, chiudo gli occhi
ti lascio la coperta, e mi addormento.

Il caldo è il cuore tuo,
ed io lo sento.

teo1


Gary Moore – The Loner – Live at Hammersmith Odeon

ALESSANDRA

E ti ritrovo su You Tube,
amica mia d’adolescenza
che partisti
mentre noi scappavamo tutte via.

Fosti trauma,
fosti schiaffo non compreso.

“Vai in Africa!” noi ti dicevamo
“almeno, fatti missionaria!”
ribelli ad irrequiete a quindici anni.

“No. Mi chiudo”
tu dicesti.
E ti chiudesti.

E ora, quasi quarant’anni dopo,
ti ritrovo uguale
amica mia dolcissima,
che stai a Gerusalemme in mezzo al fuoco.

E vedo dove vivi,
quando ti svegli e vedi
l’orto degli ulivi.

Ci sei andata, infine,
in mezzo ad una guerra
e sei rimasta uguale,
allegra e spiritosa e col sorriso.

E mi dimostri
che uno più si muove
più non capisce dove.

alessandra

Roger Waters – Mother (In The Flesh CD 1 – 2010)
 

DA UNA FOTO RISALI

Da una foto risali
ai giorni dei lunghi capelli,
a quegli anni di piombo
e pistole alle mani.

Le mie
sapevano solo di fiori, di carta, d’inchiostro.

Se avessi voluto un amico
in mezzo alla foto di gruppo
sarebbe di certo il ragazzo più triste.

Sarebbe il ragazzo che un poco puzzava di fumo
a stargli vicino,
e non fumo d’erba, fumo di camino.

I figli dei ricchi fingevano i loro rattoppi,
e avevano i capelli fluenti e puliti.
Lui aveva le pezze ai ginocchi,
i capelli più corti, e i pidocchi.

Fu sempre da parte, cosciente
dell’essere margine,
assente.

Fu uomo assai prima degli altri
cosciente, silente
e senza sapere, sapeva.

Chi ha più di me, ha rubato
gli diceva suo padre,
non farti gregario degli uni o degli altri.
Ti mandano avanti a morire,
non puoi che guardarli spartire
.

Da una foto risali.
E allora ti chiedi chi è stato,
capisci che poco è cambiato.

I ricchi
restarono ricchi per tutta la vita
e presero il posto dei padri.
Occuparono sedie, pedane, poltrone rigonfie.
Chi si fece gregario ottenne favori,
cambiò il suo vestito,
lottò per levare una puzza che non era di fumo
– ma invano, al mio naso.

Chi credette per vere le idee di quegli anni
bruciò,
si distrusse di idee solitarie,
logorò dentro al fondo di un pozzo.
O morì sopra a un ciglio di strada.

Vicino al suo corpo,
soltanto una mano
a tirargli il lenzuolo sugli occhi:
la mano di quello
con in testa i pidocchi.

hippies

Tony Joe White – Closer To The Truth

NON MI CI VEDO PIU’

In una casa vera
fatta di agi e di mollezze antiche
e di gerani colorati
dopo queste ortiche

non mi ci vedo più.

Io sono altro
da quando il vento ha scoperchiato il tetto.

Vivo di quello che vedo alla finestra.

E il bello è lì – dentro la mia testa.

E’ tardi.
Ora io stanzio all’essenziale.

Dove non stanno scale.
Dove c’è il sale.
Dove non sento male.

Balthus

J. Mayall- G. Moor – If I don’t go home