LE NOTE TROVATE

 
Ehi, dell’inferno, nessuno mi ascolta?
C’è musica, all’inferno?

C’è musica, all’inferno,
che non inventa all’anima lusinghe
per vederla danzare sulle punte.

Com’è dura ma vera la terra.

Nelle note antiche che trovo
e non sapevo,
non esistono violini.

In quest’inferno di giorni
e castelli di carte cadute,
e città perdute
e cose credute per vere
non voglio, non chiedo, non cerco.

Campeggia, artista di suoni di foglie,
un albero, al centro

ed io

che mi ci perdo dentro.
 

adamo_eva


The Clash – Straight to Hell

PARI E DISPARI


Ha fatto il suo tempo
la memoria del viaggio
di una ricostruzione
che non c’è.

Io ti terrò, anno passato e caro
così come si tiene un segnalibro,
come un solco profondo nella terra,
come un libro raro,
un magnifico
dispensatore di squilibrio.

Ho avuto in te
l’albero che m’ha fatto respirare.

E il santo blues,
e questo blog, che m’ha dato da inventare
un’altra me, un altro mio cantare.

Solo i numeri dispari
fanno questo miracolo.

Gira, ruota del carro,
gira ora, vortice buono, nebbia,
brucia, brucia il mio incenso nel braciere.

I numeri pari stanno a cuccia buoni buoni
pareggi con te stesso nello specchio.
Coppia oltraggiosa, doppio di nessuno.

Getto i miei dadi sul tappeto verde.
Duemilatredici più Uno.


senza_traccia


Patty – Cartwheels

ISOLA

 
Folla anonima,
secchezza d’anima.

Io isola.

La testa ferma,
la lancia in resta,
nessuna confusione.

Stendere la mia sabbia al sole
come se fosse estate.

Difficile, grande,
pesante ma capace,
il sole.

Non chiedere più d’altro che consoli.

E farmi luna
per quei raggi soli.


eclissi_solare



Eddy Vedder – Hard sun

TU VUOI SAPERE

 
Tu vuoi sapere, amica premurosa,
come sto, e se penso
che la mia vita ha un senso
e una direzione.

Ma è un poco come chiedere a un barbone
se ama indossare gli abiti di Armani.

Io sono sveglia.
Non penso più pensieri strani.

Ho tolto via ogni sogno dai capelli.
Sono sveglia.

Non cerca un senso, né una direzione
chi è sveglio e resta immobile
nell’occhio del ciclone.

 


still-life


Jim Morrison – Awake

LA COSA

 
Strana parola, “Amore”.

Piuttosto io la chiamerei
“la cosa”.

La cosa non è quegli attimi all’inizio.

Lei è materia,
è terra,
è carne,
è “cosa”.

E’ viaggio
che chiede sempre strada.

La cosa non ricorda il suo passato,
lei è la vita stessa,
è lì presente.

“La cosa” è la ricerca di ogni giorno
sollievo materiale,
è tatto,
è terra,
è carne.
E’ cosa.

Non è farfalla tremula che posa
quando sei giovane lì, sulla tua testa,
tenuta poi come cappello
dopo averla infilzata ad uno spillo.

“Cosa” dev’essere materia,
e terra, e carne, e rosa
conquistata e coltivata con fatica.

Se la chiamate amore fate male.
Quella è roba da Babbo Natale.

 

(Quello che avreste sempre voluto contrapporre a “la cosa” di Gaber)

la_cosa

Greg Lake – I believe in father Christmas

RIVELAZIONI

Non mi ricordo,
Non mi ricordo,
Non mi ricordo.

Non mi ricordo un sacco di cose.
Ho cancellato volti, nomi, fatti, strade.
Mi accade
di ricordare solo l’essenziale.

Il terremoto
ha setacciato la farina dalla crusca
ha eliminato tutto ciò che offusca.

E’ solo buona educazione dire:
“non mi ricordo, sai, è colpa della terra
che ha tremato”.

Tu invece pensi
che ho il cervello un po’ bucato.

Con buona pace dell’educazione
sappi che non è che non mi ti sono ricordato.

E’ che proprio… non t’avevo mai notato.

 


io_libreria



Simon & Garfunkel – Mrs. Robinson

NEGAZIONISTI

E che va tutto bene.
E che le C.A.S.E. sono meglio delle case che avevamo prima.
E che non paghiamo le bollette.
E che dentro ci stiamo tanto ma tanto bene.
E che non ci diamo da fare per la ricostruzione.
E che non collaboriamo con l’amministrazione.
E che in città è tutto un fervore di lavori.
E che di che ci lamentiamo.
E che siamo dei piagnoni.
E che ci piace la lavastoviglie di Berlusconi.
E che siamo dei zozzoni.
E che dovremmo scendere giù a pulire.
E che chi stava in affitto qui non ci vuole venire.
E che stiamo nei ghetti e che ci sta bene.
E che al ghetto però di voi nessuno ci viene.
…..

E tutto questo mentre si sta
a mangiare panettoni
cucinare capitoni
e sentirsi tanto buoni
pacifisti
animalisti
antirazzisti
-però qui chi v’ha mai visti.

Siamo noi quello straniero
per cui fate gli altruisti
siamo noi dentro a una guerra
per cui fare i pacifisti.
Siamo noi
gli straccioni muti e tristi
e voi, la Storia lo dirà,
VOI
i negazionisti.


la-casa

Louise attaque – Vous avez l’heure

COSI’ PERFETTA

Così facile amare me fasciata
dentro quel bel vestito tutto rosso.

Ma struccata, spettinata, un poco assente
e qualche cosa dentro rotto
ora che non ho il tailleur e sotto
il tacco quindici

ora che non faccio più l’equilibrista,
e poggio bene in terra le piante
dei piedi,

ecco, miracolo, mi vedi.

Vedi bella me
e la mia storia.

Stanco di quelle donne
rifatte sui romanzi,
tu vedi me
così diversa dal mondo
così perfetta per te.

Per te
così diverso dal mondo
così perfetto per me.

io_trash



Jimi – Catfish Blues

AH, LE CITAZIONI…

“Non mi interessa sapere che cosa fai per vivere.
E non mi interessa sapere quanti anni hai.
Io voglio sapere se rischieresti di renderti ridicolo per l’avventura di esistere.
Voglio sapere se puoi sedere col dolore, mio o tuo, senza muoverti per nasconderlo, o logorarlo, o ripararlo.
Non mi importa sapere dove vivi e quanti soldi hai.
Voglio sapere se riesci ad alzarti dopo una notte di dolore e di disperazione, consumata fino all’osso, e fare ciò che deve essere fatto con i ragazzi.
Non mi importa dove o cosa o con chi hai studiato.
Io voglio sapere cosa ti sostiene quando tutto casca”

«L’invito» di Oriah Mountain Dreamer
 

amore e amaro



The who – behind blue eyes

LA STORIA DI NATALE

Un giorno per la fretta s’è inceppata
la cerniera di uno scarponcino appena comperato.
“Lo butto… ” dissi dispiaciuta,
ma poi ci ho ripensato.

E sono andata da quel ciabattino
che ha la bottega proprio sulla strada
e non ha l’aria di servire Prada.

“Lo butto?” chiedo al calzolaio.
“Buttare? Io non ne ho mai buttate un paio.
Buttare è una parola che non ho mai detto:
perché io guardo, aggiusto e poi rimetto”.

Ha preso la mia scarpa l’artigiano
e sulla Necchi primi Novecento l’ha poggiata.
Con una subbia poi, a dente a dente,
in quindici minuti l’ha aggiustata.

Ho applaudito come una bambina
non per la scarpa, ma per tutta quella scena.

E nell’andare ho stretto la sua mano,
ruvida, consunta, da artigiano.

Sarei rimasta a lungo in quella stretta
ma l’imbarazzo ha vinto, e anche la fretta.

E sono uscita di nuovo sulla strada
dove viaggiano tutte le formiche
che hanno una sola legge da osservare:
essere stupidi, comprare, consumare,
andare sempre nuovi,
essere il proprio abito con tutta la stampella,
profumare di scemo
e non capire
un mulatto un albino una zanzara
una libidine
un rifiuto.
 


scarponcino


 

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Patty – Smells like teen spirit

AUTOREFERENZIALE

Io sono il libro nascosto,
sono una cosa senza posto.

Sono chi scrive e non cerca la gloria,
io sono la mia memoria.

Io sono la casa che cela
io sono la capra che bela.

Sono la capra di Saba,
che s’è slegata.
La capra di Saba veramente,
che bela e che non vuole niente,
ma proprio niente niente.

Io sono un’ala piccola che da sola ha volato,
sono mezzo foglio col mio nome strappato.

Io sono una margherita sul prato.
E qualcuno che ci è passato.


Teo_ottobre_2013

Jimi – Little wing

MADRE PAURA

Giocano sul marciapiedi.

Avranno sei, o forse sette anni.
Uno dei tre, quello terribile
– è sempre il più sensibile,
ha le unghie tutte rosicchiate –
mi vede e dice ad alta voce, che io senta:
“A ME LA SCUOLA MI FA SCHIFO!”.

Io rido, mi avvicino, sospiro piano e dico:
“Uh, non dirlo a me, è una vita che ci vado…”
Lui soffia, e resta con la testa bassa.

“Ci vado da quasi cinquant’anni, io, alla scuola” – dico
“però ho trovato un trucco un sacco fico”
“E quale? bugiarda, non esiste nessun trucco!”
“Oh sì che c’è:
devi vedere dentro al libro quel che piace a te:
vedrai gazzelle, astronavi, e a volte gli scorpioni.
Vedrai le stelle, le api, gli sci con gli scarponi”
“Seeeee…. e poi la mia maestra…”
“La tua maestra vedrà che sei attento
e apprezzerà che leggi e sei contento”.
Poi mi allontano, facendogli ciao-ciao con una mano.

Allora grida alle mie spalle uno dei tre:
“Signora, domani posso venire a scuola con te?”
 


ragazzi



Peter Gabriel – Mother of Violence

AU CONTRAIRE…

 
Fummo giovani
vecchi di speranze:

la schiena piegata
dal peso degli anni davanti
le mani tremanti
le rughe degli anni di piombo
senza la voce
e col peso della croce.

Ora siamo coscienza pulita ed età
leggera degli anni davanti
leggera degli anni di dietro.

Come i vecchi
che sposano l’anima al corpo

– e a vent’anni non lo fai
e il perché non lo sai.

Libera dagli anni davanti
libera dagli anni di dietro,
libera nos
libera dalla paura,

libera l’anima danzante sul muro,
e il corpo
libero di futuro.
 


vecchi


Pink Floyd – Fearless

PREGHIERINA

Caro Gesù Bambino,
vola da chi sai tu,
sussurragli all’orecchio,
digli che non ne possiamo più
dei loro alberi di natale,
di quelle belle foto messe sui profili,
dei loro panettoni e dei fuochi nei camini.

Riportagli alla mente
trecentonove morti e le macerie,
e noi sfollati,
e tutte le cose serie.

Benedici questi muri di cartongesso,
fa’ che reggano finché ci stiamo appresso.

Benedici i nostri piccolissimi addobbi di Natale,
e dacci oggi la nostra lotta quotidiana
per una vita normale.

Benedici la nostra vita sacrificata,
e la nostra bella casa rovinata.

Donaci della paglia profumata,
che sia da letto per la mangiatoia.
E donaci il calore dell’asinello,
che rende il mondo tanto più dolce e bello.

E mantienici in questa verità.
Perché noi non ci cambieremmo mai,
con quelli di là.


praes




Leonard Cohen – Alleluja

SPETTACOLO

Avrà avuto vent’anni, il ragazzo.
Cappuccio sulla testa, e mani in tasca,
e gambe forti, e muscoli tirati.

Il passo, però, era piccolo piccolo,
frenato, innaturale,
lento come mai un ragazzo ha potuto
lento come mai in un ragazzo ho veduto.

Avrà avuto vent’anni, il suo cane,
quattro zampe a fatica trascinate
e pettorina, pulito e lucido il pelo.

Ho visto vent’anni di giochi, di corse sui prati.

Era il cane a tenere il ragazzo al guinzaglio,
a insegnargli il controllo del passo
e il rispetto del tempo che invecchia.

Ieri ho visto un cane
insegnare a un ragazzo
ad accettare il tempo
e perfino la morte.



ragazzo con cappuccio


Tom Weits – Rain dog

THE ART TEACHER

Lei era vecchia abbastanza per dirglielo
e lui lo era abbastanza per sentirselo dire.

“Maestro, non sono più una ragazza,
e non ho più nessuna divisa.
E’ il nostro tempo?”

“Questo è il tempo in cui si lasciano le divise.
Tu la tua, io la mia.
E’ in quel tempo che ci si incontra.
Quando niente comincia,
e niente finisce.

Quel niente
è la vita”.


niente


Art Teacher – Rufus Wainwright

LE LAVAGNE E MONTALBANO

Le lavagne raccontano pensieri
che non sono più quelli di ieri.

Le lavagne parlano canzoni
facili come gli aquiloni,
semplici, fatte di piccoli suoni.

Hanno lo stesso colore,
ma ora fanno la rima cuore-amore.

Le parole sofferte della mia generazione,
i suoni avvelenati dei nostri cantautori
ecco, sono rimasti tutti fuori.

Forse è un bene, dirà qualcuno:
a diciott’anni anni ne avevamo già quaranta,
ci rifiutammo sempre di farne quarantuno.



lavagne



The Who – My generation


I GIORNI, I MESI, GLI ANNI E LE STAGIONI


 
Arrivano di corsa, i giorni.

E i mesi, le feste, gli anni e le stagioni.
L’otto dicembre, Natale, il 15 gennaio
il ventiquattro maggio Duemilaquattordici.

E tu ti dai da fare con le forbici
tagliando insopportabili propositi.

Dopo aver detto andrò, vedrò, ne farò cento
poi saggiamente tagli,
fai mille pezzettini sparsi al vento.

Attaccata al filo della ragnatela,
ti trovano le feste quando arrivano.

E come potrai fare tu non sai
quello che già sapevi
non farai.



I_Have_a_band



Cat Stevens – The wind

VALE, NON VALE

 
Per me non vale niente
che il povero pavone sfoggi
la sciocchezza delle piume,
in cerca della femmina in vetrina.

Per me non vale niente
che la civetta danzi sul suo ramo
con gli occhi gialli, inerme,
e occhieggi al maschio in cerca di conferme.

Vale per me
essere una e Luna,
e ruota di colori.

E solo per due occhi,
per due soli.

 

due occhi soli

<
Radiohead – How to desappear completely